La L. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023) contiene una serie di interventi finalizzati ad
assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle imprese, con
focus prevalentemente sulle Pmi e sul Mezzogiorno.
Una prima attesissima disposizione, rivolta a tutte le imprese che abbiano prenotato
investimenti in beni strumentali nuovi entro il 31 dicembre 2022, è la proroga dei termini di
effettuazione dall’originario 30 giugno 2023 al 30 settembre 2023.
Tale estensione dell’ambito temporale ha tuttavia disatteso le aspettative del mondo
imprenditoriale, che confidava nel maggiore termine del 31 dicembre 2023, introdotto nell’iter
di approvazione del Decreto Milleproroghe ma assente nel testo definitivo del D.L. 198/2022
pubblicato in G.U. del 29.12.2022 serie generale n. 303.
Lo slittamento del termine di effettuazione delle prenotazioni 2022, contenuto al comma 423
dell’articolo 1, L. 197/2022, è rivolto esclusivamente ai beni materiali inclusi nell’allegato A
annesso alla L. 232/2016 (Legge di Bilancio 2017) ovvero ai beni materiali 4.0 e garantisce
l’applicazione delle seguenti aliquote di cui al comma 1057 dell’articolo 1 L. 178/2020 (Legge
di Bilancio 2021) agli investimenti prenotati entro il 31 dicembre 2022 ed effettuati entro il 30
settembre 2023:
40% per investimenti complessivi fino a 2,5 milioni di euro;
20% per investimenti complessivi eccedenti i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di
euro;
10% per investimenti complessivi eccedenti i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di
euro.

In relazione agli investimenti in beni materiali e immateriali ordinari e ai beni immateriali
inclusi nell’allegato B annesso alla L. 232/2016, resta confermato il termine di effettuazione
del 30 giugno 2023 ai fini dell’applicazione delle seguenti aliquote alle prenotazioni 2022:
6% per investimenti in beni materiali e immateriali ordinari, fino a un massimale
rispettivamente di 2 milioni di euro e un milione di euro (articolo 1, comma 1055, L.
178/2020);
50% per investimenti in beni immateriali 4.0, fino a un massimale di un milione di
euro (articolo 1, comma 1058, L. 178/2020).
Per quanto concerne le misure atte a incentivare gli investimenti privati delle Pmi, l’attuale
Legge di Bilancio rifinanzia per l’anno 2023:
la Nuova Sabatini;
il Fondo di garanzia per le Pmi.
L’articolo 1, rispettivamente ai commi 414 e 415, L. 197/2022 interviene sull’agevolazione c.d.
Nuova Sabatini di cui all’articolo 2 D.L. 69/2013 per il riconoscimento di finanziamenti e
contributi a tasso agevolato a favore delle Pmi che investono in macchinari, impianti, beni
strumentali e attrezzature, secondo due linee direttrici:
integrando le risorse destinate con complessivi 150 milioni di euro, di cui 30 milioni di
euro per il 2023 e 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026;
prorogando di ulteriori sei mesi il termine, originariamente pari a dodici mesi, per
l’ultimazione degli investimenti con contratto di finanziamento stipulato dal 1°
gennaio 2022 al 30 giugno 2023.
In relazione al Fondo di garanzia per le Pmi, il legislatore ha inoltre disposto, rispettivamente
ai commi 392 e 393 dell’articolo 1, L. 197/2022:
la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, del termine finale di applicazione
della disciplina transitoria del Fondo di garanzia per le Pmi prevista all’articolo 1,
comma 55, L. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022);
il rifinanziamento del Fondo con 720 milioni di euro per l’anno 2023.
A sostegno di grandi progetti di investimento nei settori industriale, turistico, commerciale e
della tutela ambientale, il comma 389 dell’articolo 1, L. 197/2022 rifinanzia i contratti di
sviluppo, di cui all’articolo 43, D.L. 112/2008, dal 2023 fino al 2037.
Infine, fra le misure a favore degli investimenti produttivi nel Sud Italia si segnalano:
la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, del credito d’imposta per investimenti
in beni strumentali nuovi, quali macchinari, impianti e attrezzature varie, destinati a
strutture produttive nel Mezzogiorno, di cui all’articolo 1, commi da 98 a 108, L.

208/2015 (Legge di Bilancio 2016), con oneri pari a 1.467 milioni di euro per il 2023 a
carico del Fondo sviluppo e coesione (FSC) – ciclo di programmazione 2021-2027
(commi 265 e 266 dell’articolo 1, L. 197/2022);
la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, del credito d’imposta per investimenti
nelle ZES (Zone economiche speciali), di cui al D.L. 91/2017, con oneri pari a 65,2
milioni di euro per il 2023 a carico del Fondo sviluppo e coesione (FSC) – ciclo di
programmazione 2021-2027 (articolo 1, comma 267, L. 197/2022);
la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, del credito d’imposta per le spese
documentate relative all’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio
presso i centri agroalimentari presenti nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania,
Molise, Puglia e Sicilia, di cui all’articolo 1, comma 831, L. 234/2021, nel limite
massimo di un milione di euro ora esteso per ciascuna delle annualità 2023 e 2024,
con oneri pari a un milione di euro per il 2024 a carico del Fondo sviluppo e coesione
(FSC) – ciclo di programmazione 2021-2027 (articolo 1, comma 270, L. 197/2022).

Di DOTT. MATTEO FRISACCO

Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti, Membro effettivo del Collegio Sindacale, Revisore Legale dei conti, Curatore Fallimentare, Iscritto nell'Elenco dei Revisori degli Enti Locali, Consulente nella gestione dei rapporti di lavoro legge 12/1979, Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Treviso, Iscritto al Registro Nazionale dei Revisori Legali.

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