I costi per aprire la Partita IVA sono praticamente nulli. Tutto ciò che bisogna fare, è presentare una domanda gratuita presso gli uffici appositi della Camera di Commercio. La domanda, ossia il modulo che bisogna presentare, varia in base al tipo di Partita IVA che si richiede e va presentata entro trenta giorni dall’inizio della propria attività.  Sul modulo di richiesta è necessario specificare il tipo di regime fiscale cui si vuole aderire e anche il codice corrispondente al tipo di attività per la quale si fa la richiesta, che è detto codice ATECO.
Che succede dopo aver presentato la domanda per ottenere la Partita IVA?
Dopo aver presentato la domanda per ottenere la Partita IVA si riceve un numero di undici cifre. Questo numero è, appunto, il numero di Partita IVA e il modo in cui è composto permette di identificare il titolare della Partita IVA stessa, oltre a includere un numero identificativo collegato all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate e un numero di controllo, che è quello finale.

Appena ricevuto questo numero si possono iniziare a emettere le fatture, che sono un modo per tenere traccia delle proprie entrate. Nelle fatture va indicato l’ammontare dell’IVA che il cliente dovrà pagare a noi, e che noi verseremo poi allo Stato.

Uno degli obblighi legati all’apertura della Partita IVA consiste, se del caso, nell’iscriversi all’INAIL, ossia l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Inoltre, è necessario versare un contributo  fisso all’INPS per scopi previdenziali.

Che succede se dopo avere aperto la Partita IVA non ho entrate?
Anche se la propria attività non rende, ossia anche quando non si ha alcuna entrata dopo avere aperto la Partita IVA, è comunque necessario continuare a pagare il contributo mensile all’INPS e fare una dichiarazione dei redditi dove si indica che le proprie entrate ammontano a 0 Euro, per non incorrere in sanzioni. Tali sanzioni possono ammontare a 500 Euro per ogni anno per il quale non si è presentata tale dichiarazione dei redditi. Se però si continua a non ricevere entrate, è consigliabile chiudere la propria attività e quindi Partita IVA, proprio per evitare di continuare a pagare il contributo dovuto alla Previdenza Sociale e per non dover sostenere le spese necessarie per far fare la nostra dichiarazione dei redditi a un eventuale commercialista.

D’altra parte, i lavoratori autonomi con un reddito inferiore ai 5.000 Euro annui non hanno l’obbligo di richiedere la Partita IVA, per cui, se si ritiene di non guadagnare più di tale cifra è meglio non aprire la Partita IVA direttamente.

Nel caso in cui si desideri chiudere la propria attività, è necessario darne comunicazione alla Camera di Commercio entro trenta giorni, compilando e presentando un modulo apposito.

Avevo una Partita IVA che ho chiuso perché non avevo entrate. Posso aprirne una nuova?
Certamente. La Partita IVA si può richiedere tutte le volte che si desidera avviare una nuova attività in proprio, quando si ritiene di poter guadagnare più di 5.000 Euro. Il motivo di ciò è che l’IVA è un’imposta che si applica a tutti i beni e servizi offerti a pagamento.

L’Imposta sul Valore Aggiunto è così chiamata perché quando si produce un bene o si offre un servizio di qualunque tipo, dal momento in cui si ha l’idea per il prodotto o per il servizio a quando questo viene realizzato e assume la sua forma definitiva, il suo valore aumenta. Pertanto, se il mio prodotto o servizio ha un valore finale di 1.000 Euro, ad esempio, potrò offrirlo al cliente a un prezzo di 1.220 Euro, ossia al suo valore finale aumentato dell’IVA al 22%, che corrisponde all’aliquota ordinaria.

Le aliquote IVA in Italia sono al momento tre: il 4% che si applica ai beni di prima necessità; il 10% che è applicabile ai servizi offerti in ambito turistico e, infine, il 22% che riguarda tutti i prodotti o servizi per i quali non si applicano le altre due aliquote.

Quali vantaggi posso ottenere dall’apertura della Partita IVA?
Uno dei vantaggi di cui si può usufruire dopo aver aperto la Partita IVA consiste nel fatto che si possono “scaricare” le spese legate alla propria attività sulla dichiarazione di redditi. Ovviamente, tali spese devono essere esclusivamente legate alla propria attività.

L’altro vantaggio riguarda il fatto di poter usufruire di un regime fiscale agevolato.

Per maggiori chiarimenti e per altre informazioni contattaci allo studiofrisacco.it.

Di DOTT. MATTEO FRISACCO

Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti, Membro effettivo del Collegio Sindacale, Revisore Legale dei conti, Curatore Fallimentare, Iscritto nell'Elenco dei Revisori degli Enti Locali, Consulente nella gestione dei rapporti di lavoro legge 12/1979, Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Treviso, Iscritto al Registro Nazionale dei Revisori Legali.

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