La Legge di bilancio 2025 introduce l’IRES premiale, che per il solo 2025, riduce l’aliquota IRES dal 24% al 20% sul reddito d’impresa delle società, in presenza di determinate condizioni.
Sono escluse dall’agevolazione le società in liquidazione ordinaria, assoggettate a procedure concorsuali di natura liquidatoria, nel 2025 o che determinano il proprio reddito imponibile, anche parzialmente, sulla base di regimi forfetari.
Per beneficiare dell’aliquota ridotta, la società devono accantonare in un’apposita riserva almeno l’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024.
L’agevolazione non spetta quindi nel caso in cui non sussista alcun utile nell’esercizio 2024 o nel caso in cui l’utile 2024 esista ma venga distribuito e non accantonato per la quota richiesta.
Viene poi specificato che un ammontare non inferiore al 30% dei suddetti utili accantonati sia destinato ad investimenti relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, indicati negli allegati A e B annessi alla L. 232/2016 (beni materiali 4.0) nonché nell’art. 38 del DL 19/2024 (beni 5.0). In pratica, il 24% dell’utile (30% dell’80%) dovrebbe essere reinvestito in nuovi beni strumentali 4.0 e 5.0. Ad esempio, se l’utile dell’esercizio 2024 fosse pari a 1.000.000 di euro, sarebbe necessario destinare a riserva 800.000 euro ed investire in beni strumentali 240.000 euro.
Tali investimenti devono essere effettuati a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge ed entro la scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2026 per l’anno d’imposta 2025. Gli investimenti non devono, in ogni caso, essere inferiori a 20.000 euro.
Ulteriori condizioni riguardano il livello occupazionale. Viene infatti richiesto che, nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024 (2025, per i soggetti solari):
- il numero di unità lavorative per anno (ULA) non sia diminuito rispetto alla media del triennio precedente (2022-2024);
- siano effettuate nuove assunzioni di lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato che costituiscano incremento occupazionale (come definito dall’art. 4 del DLgs. n. 216/2023, relativamente alla super deduzione per nuove assunzioni) in misura pari almeno all’1% del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024 e, comunque, in misura non inferiore a un lavoratore dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
- nel 2024 o nel 2025 l’impresa non deve aver fatto ricorso all’istituto della cassa integrazione guadagni (ad eccezione dell’integrazione salariale ordinaria corrisposta nei casi di cui all’art. 11 comma 1 lettera a) del DLgs. 14 settembre 2015 n. 148).
È prevista la decadenza dall’agevolazione, con relativo recupero, nel caso in cui la quota di utile accantonata sia distribuita entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024 (quindi entro il 31 dicembre 2026).
L’agevolazione decade inoltre nel caso in cui i beni oggetto di investimento siano dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa ovvero destinati stabilmente a strutture produttive localizzate all’estero, anche se appartenenti allo stesso soggetto, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale è stato realizzato l’investimento (quindi, se effettuati nel 2025, entro il 2030).
L’agevolazione riporta anche specifiche regole in caso di opzione per il regime fiscale consolidato e di trasparenza.
Non sono previste particolari disposizioni in relazione alla cumulabilità con altre agevolazioni, ma si rinvia ad uno specifico decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze per l’adozione delle disposizioni attuative, anche al fine di introdurre disposizioni di coordinamento con altre norme dell’ordinamento tributario ed al fine di disciplinare le modalità di recupero dell’agevolazione nei casi di decadenza dal beneficio.
In questo modo si punta a premiare la capacità delle aziende di guardare nel medio periodo, creando le condizioni per competere sui mercati internazionali.
Lo studio è a disposizione per accompagnare le imprese in questo processo e nelle sfide dell’innovazione, determinate anche dall’intelligenza artificiale.